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Spirulina e ipertensione arteriosa

Nuovi alimenti

NB. Quest'articolo è contenuto nell'edizione di Dicembre 2023 della rivista mensile di Medicina, Salute, Alimentazione, Benessere, Turismo e Cultura “ND – Natura docet: la Natura insegna”

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Considerazioni Preliminari

L’ipertensione, termine che sta ad indicare una eccessiva pressione del sangue all’interno delle arterie, rappresenta notoriamente uno tra i principali fattori di rischio cardiovascolare, correlato senza ombra di dubbio ad infarti acuti del miocardio ed ictus.
Si calcola che gli ipertesi in Italia siano oltre quindici milioni, numero che evidenzia la portata sociale del problema, l’importanza di un regolare monitoraggio pressorio, anche a livello domestico, e la messa a punto di adeguate strategie di contrasto. La terapia farmacologica si è evoluta costantemente negli anni (ma non è certamente questa la sede per trattare un argomento di stretta competenza medica) così come ampiamente note sono le raccomandazioni inerenti alla corretta alimentazione dei soggetti ipertesi, fondate soprattutto sulla riduzione dell’apporto di sodio (presente sotto forma di cloruro nel sale da cucina e in molti alimenti) e del consumo di grassi.
Tra gli alimenti di origine vegetale molti hanno evidenziato un sensibile effetto ipotensivo, in particolare aglio e cipolla, che saranno argomento di un prossimo articolo. Una moderata ma costante attività fisica è certamente da raccomandare, in senso generale e quale strategia di fondo per il controllo della ipertensione. Oggi intendo però trattare un tema ancora poco noto, legato agli effetti antiipertensivi di una “microalga” (più propriamente un cianobatterio), che ha meritato la definizione di "Superalimento del XXI secolo".

Spirulina

Col termine generico di spirulina si intende il prodotto alimentare ricavato dalla essiccazione a freddo di cianobacteri appartenenti al genera Arthrospira, dalla tipica morfologia allungata e spiraliforme, di dimensioni che non superano i 500 μ, tra i primi organismi viventi apparsi sul Pianeta, tre miliardi e mezzo di anni fa, in grado di fotosintetizzare e quindi di produrre ossigeno per l’atmosfera, consentendo e direzionando la successiva evoluzione di organismi sempre più complessi. L’Arthrospira platensis, da cui prevalentemente si ricava la spirulina, ha attraversato le ere biologiche contribuendo all’evolversi di tutti gli organismi superiori, fotosintetizzando e mettendo a disposizione gli elementi costitutivi delle cellule di piante e animali.

Arthrospira Platensis

Un tesoro di “memorie biochimiche”, che ora possiamo assumere per integrare una alimentazione sempre meno naturale. Utilizzata da sempre in Africa e dalle popolazioni centroamericane precolombiane (dove era considerata “Cibo degli dei”), la spirulina è stata brillantemente definita “Alimento del futuro” durante la Conferenza Mondiale dell’Alimentazione (ONU, 1974) e “Miglior cibo del XXI secolo” dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per la ricchezza di sostanze bioattive, in particolare proteine, caratterizzate dalla presenza di tutti gli amminoacidi, compresi quelli considerati “essenziali” per l’uomo, di vitamine e di minerali indispensabili al metabolismo cellulare.

EFFETTI DELLA SPIRULINA SULLA PATOLOGIA IPERTENSIVA

Dotata di notevole attività antinfiammatoria derivante dalla presenza di ficocianina, un pigmento azzurro con attività di inibizione delle cicloossigenasi-2, enzimi implicati nella genesi di stati infiammatori, in quanto promuoventi la sintesi di prostaglandine, e di documentata attività antiossidante, correlata con l’azione di molti dei suoi costituenti principali, importante in termini di protezione del sistema cardiovascolare (lo stress ossidativo gioca notoriamente un ruolo-chiave nell’insorgenza di patologie cardiovascolari, aterosclerosi in primis), la spirulina, oltre a godere una vasta letteratura relativa a consolidati impieghi antianemici, antiosteoporotici, remineralizzanti, immunostimolanti, disintossicanti, normolipemizzanti, anoressizzanti (riduzione della fame nervosa per la presenza di fenilalanina, la “molecola della sazietà”), si propone oggi, a ragion veduta, quale integrazione complementare nei soggetti ipertesi, nella cui dieta giornaliera risulta fondamentale la sua presenza.

Tra le tante pubblicazioni scientifiche consultabili sull’argomento mi limito a riportare integralmente la traduzione dell’abstract dello studio pubblicato nell’agosto 2021, sulla rivista internazionale “Nutrients”, da P. Ma- chowiec, G. Ręka, M. Maksymowicz, H. Pie- cewicz-Szczęsna e A. Smoleń: “Effect of Spirulina Supplementation on Systolic and Diastolic Blood Pressure: Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials”, consultabile su PubMed, la principale banca-dati delle pubblicazioni medico-scientifiche internazionali (https://pubmed.ncbi.nlm.nih. gov/34578932/):

“La spirulina è una microalga che presenta diverse importanti proprietà benefiche, tra cui, secondo la ricerca, l’abbassamento della pres- sione sanguigna.
Lo studio mira a valutare l’efficacia della som- ministrazione di spirulina sulla pressione san- guigna sistolica e diastolica).
Gli studi randomizzati e controllati sono stati recuperati da una ricerca sistematica nei data- base PubMed, Web of Science e Cochrane Li- brary, dall’inizio fino a giugno 2021, secondo un protocollo standardizzato.
La dimensione dell’effetto di ciascun studio è stata conteggiata dalla media e dalla deviazio- ne standard, prima e dopo l’intervento, ed indicata quale differenza media non standardizzata e intervallo di confidenza al 95%. Sono state eseguite analisi di sensibilità. Era ammissibile la metanalisi su 5 studi randomizzati con 230 soggetti.
La quantità di spirulina variava da 1 a 8 g al giorno e la durata dell’intervento variava da 2 a 12 settimane.
L’analisi dei dati ha indicato che l’integrazione di spirulina ha portato ad un significativo abbassamento della pressione sistolica (differenza media :-4,59 mmHg, intervallo di confidenza al 95%: da -8,20 a -0,99, statistica ‘I quadrato’ = 65%) e una significativa riduzione della pressione diastolica ( -7,02 mmHg, CI: da -8,86 a -5,18, I2 = 11%), in particolare in un sottogruppo di pazienti ipertesi.
La somministrazione di spirulina appare quindi avere un effetto di supporto sulla prevenzione e sul trattamento dell’ipertensione. Sono necessari studi randomizzati controllati più accurati per chiarire l’effetto dell’integrazione di spirulina sulla pressione sanguigna”.

CONCLUSIONI

Può sembrare sorprendente che la spirulina possa risultare utile quale “alimento funzionale”, a tutti gli effetti, nelle più svariate patologie umane, compresa l’ipertensione, ma la spiegazione è piuttosto semplice: questa “microalga” contiene in pratica tutto ciò che serve alla fisiologia del nostro metabolismo, perché quando si formò la Vita sulla Terra, 3,5 miliardi di anni fa, i primi esser viventi erano appunto Cianobatteri, gli “antenati” della spirulina, microrganismi fotosintetici che fornirono alla successiva evoluzione biologica tutte le “mattonelle” necessarie, che questi microrganismi già possedevano.
Questa semplicissima considerazione apre sce- nari interessanti in chiave nutrizionale e medica.

Trattandosi a tutti gli effetti di un alimento, la quantità giornaliera raccomandabile di spirulina (sotto forma di polvere o scaglie, liberamente aggiunte ai normali cibi), oscilla da 5 a 10 grammi, ma può essere tranquillamente superata senza problemi: unica, ma fondamentale attenzione, rimane quella relativa alle acque di coltivazione e alle tecniche di preparazione, in un variegato scenario di offerta internazionale che vede indubbiamente il prodotto italiano ai vertici assoluti per qualità e sicurezza di utilizzo da parte dei consumatori.

A cura di

Angelo Rosario Maria di Fede

Specialista in Allergologia ed Immunologia clinica;
Specialista in Geriatria e Gerontologia;
Specialista in Medicina preventiva;
Membro del Comitato scientifico di ND.

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